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Tome13 Malevolence Banner


Volume 13 - Malvagità è il Volume che ha accompagna la Tredicesima Spaccatura di Dead by Daylight IconHelp DBDlogo ed è stato rilasciato il 12 Ottobre 2022.


Panoramica[ | ]

IconTome tome13

I Personaggi scelti per questo Volume sono Mikaela Reid SurvivorMikaela e Danny Johnson (Ghost Face IconHelpLoading ghost).


Appunti & Registri[ | ]

Danny Johnson: Dietro la Maschera[ | ]

Appunto 708[ | ]

Le storie dell'orrore affascinano Danny da quando era piccolo. Suo padre era bravissimo a raccontarle, ed erano le uniche a lasciargli una cosa: un maggiore attaccamento alla vita. Quelle parole vivide. I suoni inquietanti. Le pause drammatiche perfettamente studiate che all'improvviso gli facevano sentire il battito del cuore nelle orecchie. Quel desiderio che la storia prosegua e si fermi al contempo. Lo facevano sentire a disagio. Inquieto. Eppure, affascinato. E poi...

Il climax!

E la scarica di adrenalina che seguiva.

Ma non era quella la sua parte preferita. No, era qualcos'altro. È che... Non ne era sicuro ma... Non voleva salvare il mondo, vincere le Olimpiadi o viaggiare all'estero per vedere qualcosa di nuovo ed esotico. Voleva solo che l'orrore cessasse. Voleva solo tornare alla sua vecchia vita.

Più la storia lo spaventava, più apprezzava la sua vita. E la consapevolezza che le storie di suo padre fossero vere accresceva quella sensazione. Aumentava la presa che quel racconto aveva su di lui. La verità di quelle storie le rendeva molto più potenti di quelle oscure fantasie che nascevano dall'immaginazione. I racconti di suo padre erano veri e questo li rendeva più spaventosi.

Molto di più.

Suo padre voleva che scrivesse racconti come lui. Che seguisse le sue orme. Cacciare e uccidere esseri umani nell'ombra.

E lo faceva.

Ma non nel modo in cui intendeva suo padre.

E ora Danny scrive racconti migliori. Di gran lunga migliori. Grazie all'ambientazione. Perché potevano accadere ovunque, a differenza delle storie di suo padre che si svolgevano in quelle che gli esperti chiamavano "circostanze anomale", in cui era prevedibile che accadessero episodi spaventosi e raccapriccianti.

Le sue ambientazioni rendevano l'orrore unico.Totalmente inaspettato.

E ora, mentre Danny siede sul divano del suo monolocale con aria condizionata, sente l'improvvisa necessità di progettare un'altra storia. Così prende un blocchetto giallo appoggiato su un tavolino e ne analizza il contenuto, alla ricerca di potenziali vittime.


Appunto 709[ | ]

Danny sfoglia il blocchetto degli appunti alla ricerca del profilo ideale per il suo prossimo progetto. Cerca l'ordinario. Qualcuno con cui sia facile identificarsi. La vittima perfetta farà pensare ai suoi lettori che sarebbe potuto capitare a loro. Qualcuno che segua le regole. Qualcuno che non meriti di morire. Come se il merito c'entrasse qualcosa. Strappa delle pagine, tutti i candidati con precedenti penali o quelli troppo noti nella comunità. Non può disorientare i suoi lettori con l'odio, la vendetta, la gelosia o la criminalità locale. Il lettore non può nascondersi. Devono identificarsi con la vittima. Devono potersi immedesimare nella storia, altrimenti non va bene. Non funzionerebbe. E mentre cerca il suo profilo perfetto, le sue dita annaspano su un nome: John Michaels. Una persona con un nome per cognome. Fantastico. Dà un'occhiata ai suoi appunti di monitoraggio. Nove-cinque. Professore modello. Single. Villetta a schiera con recinto bianco. Non merita di morire. Perfetto.

Appunto 710[ | ]

John Michaels. Un nome perfetto per il prossimo capitolo del suo libro. Ogni John o Michael si sentirà consciamente o inconsciamente attirato dal titolo. Già solo il nome attirerà l'attenzione di una bella fetta di lettori. E la paura li stringerà tra i suoi artigli, per poi liberarli solo alla fine. Orrore su orrore, finché non implorano di essere liberati, di riavere indietro le loro vite. Ride tra sé e sé mentre guarda John uscire dall'università locale in cui insegna antropologia. Una volta ha seguito un corso di antropologia. E ricorda gli accesi dibattiti con il suo insegnante che cercava di fargli credere in questa ridicola teoria dell'homo sapiens: diceva che l'umanità era una specie intrinsecamente curiosa e intelligente che si è evoluta verso la pace e la prosperità con le sue numerose civiltà e conquiste.

Danny sosteneva l'esatto contrario, che gli esseri umani erano assassini intrinseci che si sono evoluti per schiavizzare, invadere, distruggere e infine autodistruggersi. Che le conquiste e le civiltà erano strumenti sanguinari. Che la maschera della civiltà era una facciata, una farsa, un elaborato disegno per nascondere il vero volto dell'umanità: il volto sanguinoso dell'orrore, come spesso amava definirlo. Il volto sanguinoso dell'orrore trova sempre il modo di strappare la maschera. Sempre. Più reprimiamo e nascondiamo la verità, più essa diventa forte e creativa nel liberarsi. Come se avesse una vita propria. Dei bisogni a sé.

Erano dibattiti interessanti. Il professore citava gli anni d'oro all'inizio del secolo e Danny rispondeva con la prima guerra mondiale. Il professore parlava dell'avvento dell'elettricità e Danny ribatteva con la sedia elettrica e l'elettrocuzione di un elefante durante un festival. Il professore menzionava i trattori e la Rivoluzione verde, e lui replicava con i carri armati e l'Agente Arancio. Il professore discuteva dell'aeroplano e di tutte le grandi opportunità che il volo offriva all'umanità. E Danny rispondeva con le bombe. E a quel punto si chiudeva il discorso.

Tutta quella curiosità e inventiva pagate con il sangue e utilizzate per spargere ancora più sangue.

Il suo professore le chiamava situazioni estreme. Anomale. Uso improprio dell'ingegno umano. Ma Danny non era convinto. Danny sosteneva che in ogni secolo, compreso il ventesimo, ci fossero più situazioni anomale che normali.

Specialmente nel ventesimo secolo.

Il ventesimo secolo è stato teatro di grandi progressi nella conoscenza e nella tecnologia, ma non nella saggezza.

Mai nella saggezza.

La saggezza arrivava sempre per ultima, se arrivava.

Dieci anni di sangue per ogni giorno di pace. È quello che diceva il suo vecchio quasi ogni alba, quando lasciava cadere una monetina sul letto per controllare che fosse fatto bene. Rigido come l'acciaio. Duro come una roccia. Instabile come un pazzo. Ma non aveva torto. Decisamente no.


Appunto 711[ | ]

Danny si sveglia nella sua berlina nera, coperto di sudore. Si era addormentato, e non è da lui. Devono essere stati il condizionatore rotto e l'umidità a intontirlo. Apre le palpebre pesanti e allunga il collo appiccicoso fino a vedere John attraverso la finestra del soggiorno che si concede la sua dose di macabro al telegiornale. La paura di massa stimola le ghiandole dell'adrenalina e si trasforma lentamente in sollievo e apprezzamento per la vita quotidiana e civilizzata. Dieci storie dell'orrore per ogni storia positiva. Era questa la proporzione nei media, nonché il segreto per far crescere il pubblico e gestire un'attività giornalistica di successo con inserzionisti paganti.

John si alza di scatto in piedi.

Danny immagina che abbia perso il segnale, mentre osserva John avvicinarsi alla TV. L'uomo armeggia con due lunghe antenne, dà un colpetto al lato del televisore, poi si siede e sorseggia un bicchiere di latte caldo mentre assiste agli orrori del mondo nella sicurezza di casa sua.

Danny prende nota del televisore sul suo blocchetto giallo. Magari può utilizzarlo nel suo progetto finale insieme al frigorifero. Mentre vaglia le possibilità con tensione crescente, una goccia di sudore gli cola dal naso e cade sulla penna. Si asciuga il viso con il braccio, sognando i soldi per riparare il condizionatore. Poi si rende conto che presto completerà il suo progetto, la sua storia, e che con essa arriverà un assegno. L'importante è non affrettare il progetto o perdere le opportunità che sa che tempo e pazienza porteranno alla sua immaginazione oscura.


Appunto 712[ | ]

Danny conosce a memoria la routine di John ormai. Dopo diversi giorni di ricognizione, sa tutto del personaggio e dell'ambientazione del suo prossimo progetto. Inizierà dallo sportello del frigorifero. Il segnale acustico suonerà tra tre minuti esatti per svegliare John. Si precipiterà sulle scale, chiuderà lo sportello e tornerà rapidamente a dormire, pensando ancora al povero, ignaro disgraziato che è stato schiacciato a morte dalla scala mobile del centro commerciale di Roseville. Una storia perfetta per aiutare John ad addormentarsi, mentre ringrazia il cielo che non sia capitato a lui. Che lui sia ancora vivo. E tuttavia, completamente ignaro del fatto che quella è l'ultima volta che ringrazia il cielo e che lui sarà il protagonista della storia della buonanotte di domani.

E proprio mentre John cerca di addormentarsi, Danny apre di nuovo lo sportello del frigo. E ancora una volta, John tornerà in cucina. Lo chiuderà. Ma questa volta aspetterà qualche minuto per essere del tutto sicuro che sia chiuso per davvero. Poi tornerà a letto compiaciuto di non essere più disturbato.

Danny lascerà passare un po' di tempo. Poi aprirà di nuovo il frigo e quando John tornerà in cucina, sarà in salotto ad accendere la TV. E sarà proprio in questo momento che John si chiederà se c'è un intruso in casa sua. Potrebbe persino sospettare...

Lo spettro di Roseville.

Ghost Face.

La leggenda.

John si precipiterà al telefono solo per scoprire che il cavo è stato reciso. Proprio in quel momento, spunterà fuori lui, come una pantera nella notte, e scatenerà il primo e ultimo urlo di John Michaels...

Il cittadino più onesto di Roseville e senza dubbio il più immeritevole di una morte così crudele e immotivata.

Perfezione assoluta.

Nella berlina calda e umida, Danny immagina di infilare il coltello nel collo di John e di recidere la lingua a metà dell'urlo, immortalando il suo volto in un'ampia espressione di terrore. Sa che più visualizza l'uccisione, maggiori saranno le sue probabilità di successo. Gliel'ha insegnato suo padre. Gli ha insegnato a visualizzare ogni fase del progetto. Gli ha confidato che era questo che lo rendeva un cacciatore di esseri umani eccezionale. Quello che non ti insegnano alla scuola di omicidi.

Danny visualizza ancora una volta il progetto. Poi apre gli occhi ed esce dall'auto, muovendosi nell'ombra verso la porta sul retro della casa perfetta. Supera la recinzione e scruta per un attimo il cortile. Poi solleva la porta di vetro e ci armeggia finché non sente un clic. Con prudenza, apre la porta ed entra nella casa climatizzata.

Si concede un attimo per rinfrescarsi nel corridoio. Poi si dirige verso la cucina buia, aprendo lentamente lo sportello del frigorifero e godendo di una piacevole ventata d'aria fresca. Un tenue fascio di luce gialla e calda illumina il pavimento e il piccolo tavolino rotondo accanto a lui.

Tutto sta andando secondo i piani. Ma poi, mentre Danny si volta, qualcosa nel suo campo visivo periferico cattura il suo sguardo. Lo fa riflettere. Inclina leggermente la testa, concentra lo sguardo e si toglie la maschera per assicurarsi di vedere ciò che crede di vedere. Mentre osserva l'orrore diffuso sul tavolo, il suo volto si paralizza in un urlo silente.


Appunto 713[ | ]

Danny chiude la bocca e allunga la mano verso un giornaletto. Solleva la prima pagina de "La Farsa Urbana" ed esamina una caricatura della sua leggenda basata su descrizioni della polizia prese da un testimone delirante che Danny aveva deliberatamente risparmiato durante il suo ultimo progetto. Vuole costruire lentamente un'immagine nella mente dei suoi lettori e ora...

... Ora un branco di idioti si stava prendendo gioco della sua creazione con una parodia. Una dannatissima parodia! Il genere peggiore mai esistito. Un parassita che si nutriva delle creazioni altrui!

Come hanno osato prendersi gioco del lavoro di una vita!

Danny respira affannosamente e cerca di ricomporsi. Si rende conto di non poter portare a termine il progetto di stasera. Troppe emozioni lo assalgono, minando la sua concentrazione. Rabbia. Odio. Umiliazione. Incredulità. È tutto offuscato. Nebuloso e carico di emozioni come il suo primo progetto.

Erano circostanze diverse. Ma il suo primo progetto gli aveva insegnato come l'emozione possa compromettere anche il miglior piano. Si gira rapidamente per chiudere lo sportello del frigorifero, ma è già troppo tardi e...

Un suono penetrante riecheggia nella villetta.

Merda!

Danny si ritira rapidamente nel buio del ripostiglio lasciando la porta leggermente socchiusa.

In pochi istanti, John entra in cucina sbadigliando. È davanti al frigorifero e si gratta la testa, confuso. Sbadiglia di nuovo e fissa gli avanzi, valutando uno spuntino di mezzanotte. Poi, borbottando qualcosa di incoerente tra sé e sé, chiude il frigorifero lasciandoli al buio.

Dovrebbe andarsene ora. Tornare a letto. Ma...

John non se ne va.

Rimane lì, come se percepisse che c'è qualcosa che non va.

Danny riesce a vedere la sagoma di John attraverso la piccola fessura. Pare che John si stia avvicinando, ma non è sicuro. Sente il cuore che pulsa in gola. Il sangue che ribolle nelle vene. Si sente debole, stordito, quasi come se stesse per svenire. Non sta succedendo davvero.

Lui non uccide così.

Lui progetta.

Una sagoma scura si avvicina al ripostiglio.

Danny si riprende e si prepara ad affondare il coltello. Ma sa...

Che è tutto sbagliato! Grezzo, primordiale e... diverso.

Ti prego, non aprire quella cazzo di porta. Ti prego...

Danny trattiene il respiro e aspetta l'inevitabile.


Appunto 714[ | ]

John Michaels deve aver avuto almeno un angelo custode a proteggerlo quella sera. E non ha idea di quanto vicino fosse alla morte. Se John avesse aperto la porta del ripostiglio, Danny non avrebbe avuto altra scelta se non quella di porre fine ai suoi giorni da professore modello. Ma John non l'ha fatto, dando a Danny la possibilità di fuggire con La Farsa Urbana.

Ora fissa con il binocolo l'ufficio postale in attesa che arrivino gli editori o gli artisti. Deve agire in fretta e porre fine a questo palese attacco alla sua immagine. Una parodia. Proprio una parodia. Una maledettissima parodia. L'artista ha preso qualche affermazione vaga su una figura simile a un fantasma con la bocca aperta e ne ha trasformato questi tratti minuziosamente ponderati in una presa in giro. Un'assurda presa in giro. Ora più che mai, si rende conto che dovrà far conoscere al pubblico un'immagine adeguata della sua terrificante maschera, prima che tutto ciò per cui ha lavorato venga vanificato da una caricatura.

E se la gente poi ricordasse solo questa parodia?

Non può succedere. Le ho prese tutte.

Danny si volta verso un'enorme pila di giornali sul sedile posteriore della sua auto. Ha praticamente passato l'intera notte a raccogliere ogni singola copia de La Farsa Urbana dalle cabine telefoniche del quartiere.

Stringe i pugni, fa un sospiro profondo e non capisce l'ironia. Non c'è niente di buffo in quello che fa. Fornisce una sorta di terapia incompresa per coloro che soffrono della malattia della vita di provincia. Fa sentire i cittadini di Roseville soddisfatti delle loro vite monotone. Dona loro tregua e sollievo. Protegge la maschera della civiltà con la sua maschera, e loro ci ridono su. Proprio come avevano riso di suo padre quando era tornato.

Serra i denti.

Solo dei parassiti della società che cercano di fare i trasgressivi pubblicherebbero stronzate del genere.

Un uomo entra nell'ufficio postale. Danny lo segue con il binocolo fino alla cassetta

19.

Non era l'editore.

Poi segue un altro uomo alla cassetta

7.

Niente da fare.

Segue un altro uomo che apre la cassetta

15.

Abbassa il binocolo e cerca di mettersi l'anima umiliata in pace. Guarda il giornale un'altra volta. Lettere all'editore. Scruta l'indirizzo e annota la casella postale. Poi alza lo sguardo e vede improvvisamente un giovane che entra nell'ufficio postale. Segue i suoi movimenti oltre la scrivania fino alla cassetta

13.

Bingo!


Appunto 715[ | ]

22:03. Danny è seduto in macchina a guardare i tre tirapiedi che chiudono il Colosseo di Roseville. È per questo che li chiama così. Tutti e tre, Tom, Pete e Bradley, hanno lasciato l'università e lavorano per il padre di Tom al Colosseo. Spazzano il pavimento, fanno l'inventario, passano il tempo nella stanza dello staff e lavorano al loro giornaletto da quattro soldi, usando la fotocopiatrice e la carta di papà. Poi concluderanno la serata con un paio di birre e una partita a laser tag. Stronzetti viziati che non hanno niente di meglio da fare nella loro vita che bere, discutere di film e distrarre il loro cervello vuoto con sale giochi e laser tag. In ogni caso...

È grato per i loro nomi.

Nomi perfetti.

I nomi che ti aspetti in un bestseller. Una storia ridicola in cui Tom, Pete e Bradley si ritrovano in una "situazione estrema" e uccidono tutti i cattivi per poi tornare a casa senza un graffio.

Senza neanche un cavolo di graffio.

Contro un nemico tecnologicamente superiore.

Questa sì che sarebbe una parodia, se non fosse propaganda.

Il tipo di propaganda che convince tutti i Tom, Pete e Brad del mondo che possono anche loro uccidere esseri umani. Il tipo di storia che suo padre odiava perché rispettava i veri cattivi che l'avevano perseguitato per tutti quegli anni. Nella vera storia però...

Pete e Bradley non tornano a casa.

Muoiono.

Di una morte orribile.

E Tom deve tornare in una città di periferia che non lo accetta più, perché lui ora vede oltre la maschera e non gli si addice più. E siccome non gli si addice più, lo nasconderanno sotto il tappeto della civiltà e cercheranno di dimenticarlo a causa della verità che rappresenta. E Tom fisserà i prati perfettamente curati e le staccionate bianche e sarà consapevole. Sarà per sempre consapevole...

Che è tutta una farsa.

Danny guarda i tre tirapiedi allegri e inebetiti entrare nella stanza dello staff.

Ridete, dai. Presto vi renderete conto di cosa succede quando superate un confine che non va superato.

Danny sente l'acido salire in gola. Si dice che presto sarà lui a ridere. La sfida di questo progetto consiste nel superare la sua rabbia incontrollabile. E sente di essere quasi pronto. Deve solo attraversare il Colosseo e cercare il posto ideale per l'urlo perfetto. Per ora è orientato verso la stanza dello staff, ma sa che la situazione potrebbe cambiare una volta che avrà varcato la soglia.


Appunto 716[ | ]

22:04. Tom, Pete e Bradley chiudono un minuto più tardi del solito. Danny è al buio, lontano dalle luci della strada, e li osserva attraverso una porta a vetri. Quando scompaiono nella stanza dello staff, lui indossa la sua amata maschera bianca e si prepara per il suo primo sopralluogo del set. Prima di finalizzare il progetto, l'uomo percorrerà il Colosseo almeno altre due volte, lasciando che le sue idee affiorino da sole.

Il tempo di elaborazione è il segreto di ogni grande progetto.

Ed è la fase che non va affrettata. Quella più importante. Tutto il resto è solo esecuzione.

Danny ride del suo gioco di parole mentre si dilegua nel buio dietro l'uscita. Quante volte gli è capitato di faticare con il suo progetto per poi essere colpito dall'ispirazione nel cuore della notte? Ora sa che se ha un blocco creativo deve solo dormirci su. Il sonno è la soluzione per ogni progetto.

Danny apre la porta con cui aveva già armeggiato in precedenza, quel giorno. Con fare furtivo, entra nella sala giochi, oltrepassando il chioschetto e dirigendosi verso il crescente rumore di una discussione. Si nasconde vicino alla stanza dello staff, dove sente quei chiassosi e odiosi tirapiedi discutere di film horror e killer.

Danny sente improvvisamente il sangue ribollirgli nelle vene mentre i tre non ne beccano una giusta. Idioti che si prendono gioco di qualcosa che non capiscono e che tutt'al più credono di capire. Idioti che criticano dei progetti grandiosi e sputano sentenze su come avrebbero potuto fare di meglio. Molto meglio. Tom suggerisce persino che dovrebbero lavorare insieme e realizzare un progetto tutto loro. Dare a Roseville qualcosa di cui avere paura sul serio.

Danny stringe il pugno e sente l'istinto di precipitarsi nella stanza dello staff per staccargli la testa. Si concede un attimo per calmarsi. Tra circa una settimana avrà il suo momento con questi idioti arroganti. La masturbazione mentale di quelli che urlano da bordo campo e si chiedono cosa significhi salire davvero sul ring. Li trovi in ogni settore creativo. Danny lo sa, e ora ride di sé per essersi fatto trasportare. In realtà gli piacerebbe vedere come se la caverebbero quei cretini con un progetto tutto loro. Sarebbe una cazzata dopo l'altra fino ad arrivare al climax. Vorrebbe quasi risparmiarli solo per vedere cosa combinerebbero.

Quasi.

Danny guarda l'orologio. Ancora un minuto. Conta i secondi, mentre loro si lamentano e vomitano fuffa sul progetto perfetto e su come solo loro potrebbero realizzarlo. La vanità e la spavalderia svaniscono e vengono rapidamente sostituite dalla musica rock che risuona negli altoparlanti del Colosseo.

A passo svelto, Danny si ritira dietro un cabinato che trilla, mentre gli idioti escono dalla stanza dello staff ed entrano nell'arena di laser tag per un'effimera dose di adrenalina. Lui riemerge dall'ombra silenziosamente e fa dieci passi verso la sala. Ha esattamente ventidue minuti prima che la partita finisca.

Apre la porta ed entra nella minuscola stanza, ma ha un inaspettato conato di vomito quando viene investito dalla puzza di birra stantia, caffè rancido e mozziconi di sigaretta ammassati in posacenere sporchi. Si gira leggermente di fianco e i suoi occhi si spalancano improvvisamente sotto la maschera.

Ma che caz...?

Sente il cuore che rimbomba nelle orecchie mentre fissa una parete ingiallita ricoperta di caricature dei suoi killer preferiti della storia. Il suo volto s'irrigidisce. Digrigna i molari e cerca di reprimere ciò che si cela sotto la maschera. Deve riprendersi un attimo, ricomporsi e andarsene.

Non guardarlo. Non guardarlo...

Ma non ci riesce. Non si ride delle leggende...

Allunga la mano e tocca una caricatura di quello che loro chiamano il Minatore. Non si ride delle leggende... Spalanca la bocca. Le labbra tremano. Non si sentiva così da anni.

Non si ride. Delle. Leggende.

Cerca di allontanarsi, ma i suoi piedi sono come blocchi di cemento. Sente dei brividi in tutto il corpo, mentre il sangue scorre violento nelle vene e un impeto, fino a quel momento domato, inizia a risvegliarsi.

Chiude gli occhi e conta fino a dieci. Non improvvisa dal suo primo progetto, e quella volta non era andata benissimo. Deve ritrovare il senno.

Andarsene.

Ignorare la cosa e basta.

Per il bene del progetto.

Fissa il muro parodistico e fa un respiro profondo. Chiude gli occhi e conta fino a dieci. Poi li apre e vede tutte le facce distorte e ridicole che ridono di lui.

Vuole ignorarle. Vuole andarsene. Deve andarsene. Ma qualcosa glielo impedisce. E prima che possa rendersene conto, l'impeto si sprigiona. Stringe il pugno e lo sbatte contro il muro.

Fanculo il progetto!


Appunto 717[ | ]

Gli ultimi dieci minuti sono annebbiati. Tutto è successo in un lampo. Ricorda qualcosa. Qualche breve istante. Quando ha acceso le luci stroboscopiche. Quando ha alzato il volume della musica. Quando ha attivato la macchina per il ghiaccio secco. Quando ha lentamente seguito i tre tirapiedi nell'arena fresca e nebbiosa. E ora strappa il coltello da caccia scintillante da un volto polposo reso completamente irriconoscibile.

Merda. L'avrò pugnalato un centinaio di volte alla testa.

Danny restringe lo sguardo sul volto, ma la luce stroboscopica gli gioca brutti scherzi. Fa assomigliare quel volto alle sue vittime passate, che cambiano a ogni passaggio della luce.

Scuote il capo e fissa intensamente il viso. È Tom. No, non può essere. Tom l'aveva colpito alle gambe. È ancora vivo, che striscia come un verme da qualche parte.

E Pete? No, non può essere Pete. Pete dovrebbe averlo decapitato. Non era quello che voleva, ma può capitare. Ha fatto un po' troppa pressione sul coltello. Causando un taglio un po' troppo profondo. Un po' troppo violento.

Ma se non è Pete, e non è Tom... Dev'essere Bradley. Il caro vecchio Bradley. Ha un flash di Bradley che urla mentre lui lo mette a tacere con una lama in bocca. Annuisce e sospira. Ah, sì, è Bradley. Decisamente.

Osserva a lungo il volto maciullato. Non è poi così male, alla fine. Un po' sfatto, ma può andare.

L'ultima volta che aveva improvvisato un progetto era con suo padre. Pace all'anima sua. Avrebbe meritato un progetto migliore, un'esecuzione di gran lunga migliore, ma non si era reso conto di quanto avesse accumulato dentro di sé. Tutte quelle esercitazioni e le aspettative irrealistiche di ottenere storie e medaglie lo hanno spinto oltre il limite.

Una notte, mentre era in campeggio, è scoppiato in modi che non poteva immaginare. Succede a tutti. Ogni giorno. Anche ai migliori. Semplicemente non pensava potesse succedere a lui. Ed ecco che sta succedendo di nuovo.

La musica si interrompe per un attimo e svela una persona che singhiozza e grida aiuto.

È Tom.

Danny si fa strada tra luci lampeggianti e buio, seguendo una scia di sangue caldo attraverso il caos. Presto il sangue lo conduce a un giovane che si trascina sul pavimento, dirigendosi disperatamente verso l'uscita.

Danny si avvicina a lui con fare minaccioso. S'inginocchia e lo fissa. Nonostante l'aria condizionata, sente il sudore colare sul viso e gocciolare nella pozza di sangue che si sta formando. E mentre osserva il sudore che gli cola dal viso, si rende conto che...

Non indossa la maschera. Tocca il suo volto caldo e insanguinato e ricorda vagamente di averla tolta nella stanza dello staff dopo aver strappato ogni singola caricatura.

È perché Ghost Face non ha niente a che fare con questa storia. Stavolta è diverso. Di certo non può attribuire questi omicidi confusionari eppure estremamente soddisfacenti a Ghost Face.

Tom osserva Danny.

Danny si asciuga il sudore e il sangue dal viso. I loro sguardi sono fissi l'uno nell'altro.

Non ti faccio più ridere ora, eh?

Danny poggia il coltello nella mano di Tom.

Sai cosa significa copycat, vero? Ma certo, è quello che sei. Sei un copione fallito. La parodia di un vero killer.

Tom cerca di attaccare Danny con il coltello.

Attento, Tom, che ti fai male...

Il braccio di Tom cade facendo schizzare il sangue, mentre il coltello penzola dalla punta delle sue dita. Si sforza di avvolgere le dita bagnate intorno all'elsa e attaccare, mancando il bersaglio più e più volte.

Danny ride. I politici useranno la vostra storia per fare campagna contro la birra, il rock e i film horror. È questo a cui penso ora. A te piace l'idea, Tom?

Tom sussulta e prova a dire qualcosa senza riuscirci.

Danny si avvicina. Abbassa la voce fino a emettere un sussurro crudele e suggerisce un potenziale titolo per il suo prossimo articolo...

Ghost-imitatore. Tragedia colpisce il Colosseo di Roseville. Due impiegati sono stati accoltellati dal loro collega prima di subire una lesione fatale.

Danny riflette, poi offre una versione alternativa...

Uno scherzo finito male. Tragedia colpisce il Colosseo di Roseville. Tre dipendenti muoiono in uno scherzo andato terribilmente storto dopo una notte di alcol, rock e film horror.

Danny inclina leggermente la testa. Prende in considerazione entrambe le versioni della storia. L'alcol, la musica rock e i film horror forniscono un comodo capro espiatorio. Dà ai lettori qualcosa contro cui puntare il dito.

Qualcosa a cui dare la colpa.

Un luogo in cui rifugiarsi.

E non è sicuro di voler dare ai suoi lettori un posto in cui nascondersi stavolta. Si avvicina a Tom. Tu cosa ne pensi? Imitatore di omicidi o scherzo finito male?

Tom mormora qualcosa di insensato.

Danny sorride. Scusa, non ho capito. Parla più forte, dai. Fai un bel respiro... ed esprimiti. Forza... Hai sempre un'opinione del cazzo per tutto... Di sicuro ce l'avrai un'idea di come vorresti essere ricordato.

Tom si contorce disperatamente e riesce a emettere un ultimo urlo rantolante prima di morire.

Danny sospira e chiude gli occhi quando il suo sguardo incrocia la luce lampeggiante. Non è ancora sicuro del taglio che vuole dare alla storia, e in ogni caso non ha molta importanza. Entrambe le versioni faranno il loro lavoro e spaventeranno i bravi cittadini di Roseville, spingendoli ad allacciare la maschera un po' più stretta prima di andare a letto, mentre pensano a quanto sono fortunati e apprezzano le loro ridicole vite di periferia.


Mikaela Reid: E Arrivò La Nebbia[ | ]

Appunto 1306[ | ]

Mikaela si strofina la nuca mentre si prepara a raccontare una storia. Il suo viso è caldo, la gola è tesa e le gambe sembrano una poltiglia. Parla tra sé e sé sottovoce.

Datti una calmata... Datti una calmata...

Ma non ci riesce. Ogni respiro, una lotta. Ogni movimento, un colpo allo stomaco. Il cuore le rimbomba nelle orecchie. Il cervello percepisce una minaccia e le ghiandole surrenali rilasciano un'improvvisa ondata di ormoni. Adrenalina. Cortisolo. Il rimbombo si fa sempre più rapido, mentre il terrore l'attanaglia. Ma la paura non è fisica. Non ha paura di venire arsa viva, di essere lanciata da un burrone, o gettata in un covo di vipere inquiete.

Ciò che teme è salire sul palco davanti a degli sconosciuti.

E raccontar loro una storia.

Chiedi a dieci persone quale sia la loro paura più grande, e con ogni probabilità quasi tutti ti risponderanno lo stesso. Parlare in pubblico. Perché? Cosa rende l'imbarazzo più terrificante dello smembramento?

La narrazione è antica come la storia dell'uomo e Mikaela sa che è insita nel suo DNA. È il modo in cui dà senso al mondo. È la sua ragione di vita. È come si relaziona con gli altri e comunica la sua verità. Trovare questa connessione è la dipendenza di Mikaela.

Potrebbe scrivere le sue storie perché siano lette o lasciare che qualcun altro le racconti, ma Mikaela sa che ha bisogno di qualcosa di più. Molto di più. Ha bisogno di quella paura, quell'adrenalina, quella sensazione di attacco o fuga. Ma soprattutto ha bisogno di una connessione viscerale con il suo pubblico. Affinché veda ciò che vede lei. Creda ciò che crede. Senta ciò che sente. Tutti gli occhi la osservano. Pendono dalle sue labbra.

Il giovedì è la serata open mic al Moonstone. Ha detto a tutti i suoi amici di venire e non vuole deluderli.

Non vuole deludere se stessa.

Appunto 1307[ | ]

Mikaela è seduta al tavolo della cucina e cerca di abbozzare qualcosa, ma niente funziona. Ogni idea sembra insulsa. Vuota. Stupida. Tutto ciò che le viene in mente è già stato fatto.

Vuole attingere alle paure più profonde delle persone. Trasportarle in un'altra realtà. Ipnotizzarle. Incantarle.

E per questo ha bisogno di una bella storia. Una storia fantastica. Che rimanga impressa. Che sollevi delle domande per cui il pubblico ha bisogno di risposte.

Perché raccontarla davanti ai suoi amici è una cosa, ma davanti a degli estranei è diverso.

Il suo stomaco si contrae. Sente la nausea che sale. Vuole vomitare la sua angoscia e quella fetta di dolce che ha mangiato a pranzo. Adora il caffè, ma tutta quella caffeina non fa bene alla sua ansia

Perché qualcuno dovrebbe ascoltarla? Cos'ha da dire che la gente dovrebbe voler sentire?

È per questo che la sua storia dev'essere perfetta. Sorprendente. Terrificante. Viscerale. Scioccante. Impeccabile. Originale. E nessuna delle sue idee sembra all'altezza.

Neanche una.

Appunto 1308[ | ]

Mikaela lascia che l'ultimo avventore esca dal Moonstone e poi chiude la porta. Lava tutte le tazze, i vassoi e i mestoli. Pulisce e spegne la macchina del caffè. Sistema il frigorifero. Spazza il pavimento. Lavora fino allo sfinimento prima di sedersi a scrivere.

La paura la coglie quasi subito. Il sudore le imperla la fronte. Le gocciola il naso. Finisce sul blocchetto giallo, imbrattando l'inchiostro.

Non è il fallimento che la terrorizza. Ma l'esilio. L'esclusione. Essere allontanata dalla tribù. Isolata. Sola.

Sola.

Quando ha cambiato scuola in seconda elementare non conosceva nessuno. Si sedeva da sola a pranzo e cercava di mangiare il suo panino al tonno, ma non riusciva a mandare giù neanche un boccone. Non aveva fame. Solo un nodo alla gola. Sente ancora quella solitudine nelle ossa. La solitudine fa più paura della morte. È una cosa primordiale.

Aveva già provato a raccontare una storia al Moonstone, ma non era andata come sperava. Aveva deciso di memorizzare la storia per non dover continuare a guardare il foglio. Ma bastava uno sguardo al pubblico per non ricordare neanche una parola. Si era bloccata ed era rimasta lì, pietrificata, come un'idiota. Dieci secondi erano sembrati dieci minuti e alla fine se n'era andata. Sente ancora il calore dell'imbarazzo che le brucia la nuca.

Quando i comici non riescono a far ridere, lo chiamano "morire".

Ma è molto peggio.

Appunto 1309[ | ]

Mikaela sa che la sua paura è radicata in profondità. In una minuscola parte del cervello chiamata amigdala. È istintiva. Automatica. Ma saperlo non cambia nulla.

Deve superarla. Deve mettere a tacere quelle voci nella sua testa.

Chiunque l'abbia mai sminuita. Trattata con sufficienza. Messa in dubbio. Chiunque le abbia fatto pensare che non valesse abbastanza.

Come i suoi insegnanti.

Come la signora Stenson, la sua maestra in seconda elementare che non sapeva come insegnare ai bambini dislessici e che la faceva vergognare per ogni parola letta male o sbagliata.

Come il signor Brandies, il suo insegnante in seconda media che inondava i suoi temi di inchiostro rosso. Sempre con quell'inchiostro rosso. Aveva una marea di regole stupide. Non ripetete le parole. Non separate le infinitive. Non iniziate una frase con una congiunzione. Non terminate una frase con una preposizione.

Non fate questo. Non fate quest'altro.

Non faceva altro che ripetere cosa non dovesse fare, farla dubitare dei suoi istinti e del suo intuito di narratrice. Non faceva altro che annichilire la sua gioia e creatività con regole che non avevano neanche senso di esistere. Regole che facevano sembrare i suoi racconti ostili, innaturali e artificiosi. E lei voleva che fossero l'opposto. L'esatto l'opposto: affabili, accoglienti, sinceri.

Mikaela ricorda di aver spesso discusso con Brandies delle sue cosiddette regole e di come alcune delle più grandi storie mai raccontate iniziassero quasi ogni frase con una congiunzione. Sfidò persino Brandies a spiegarle da dove venissero quelle regole. E lui non sapeva risponderle. Non aveva niente da mostrarle. Nulla di ufficiale, almeno. Solo ricettari letterari che si contraddicevano l'un l'altro. Mikaela si era convinta che qualche professore, tanto tempo fa, avesse scelto uno stile auspicabile e l'avesse imposto, e che quella classe fuorviata a cui l'aveva insegnato fosse andata in giro per il mondo a diffondere disinformazione stilistica.

Ricorda una volta in cui Brandies le riportò il compito. Ricorda che si accostò al suo banco. Ricorda il suo odore. Quell'odore di dopobarba da quattro soldi che combatte una battaglia persa contro il sudore. E sente le sue parole meschine ogni volta che prende in mano una penna.

Scrittori si nasce. E non è certo il tuo caso. Tranquilla, non è colpa tua. Sei fatta così.

Ma nonostante tanta negatività, era riuscita a mantenere vivo un flebile barlume di ispirazione. Una debole fiamma alimentata dagli scrittori che amava. Mary Shelley. Edgar Allan Poe. Shirley Jackson. A loro non interessava seguire le regole. Creavano solo i loro personaggi. Raccontavano le loro storie. Plasmavano i loro mondi.

Appunto 1310[ | ]

C'è qualcosa di questa donna che tiene gli altri lontani. Forse è la sua energia. Forse il suo distacco. Il suo misticismo.

Anche in questo luogo buio e pericoloso, sembra più legata alla flora. Agli alberi. Ai cespugli. Ai fiori che sbocciano di notte. Alle viti rampicanti. Ai grilli che canticchiano la loro melodia notturna. Alle falene attratte dai piccoli ammassi di luce che penetrano la pesante nebbia nera. Ai topi che si aggirano nella boscaglia. Potrebbe rimanere seduta per ore a guardare un ragno che tesse la sua tela. È questo genere di cose che l'attira. Gli esseri viventi che in qualche modo continuano a prosperare in questo luogo cupo e malvagio.

Non riesce a leggere le persone come gli altri. Non può guardare il volto di qualcuno e capire cosa provi. Il linguaggio delle emozioni umane è indecifrabile. I suoi occhi gentili e intelligenti sono incorniciati da grandi occhiali di plastica. La sua carnagione è scura. I suoi capelli nerissimi sono una soffice e incantevole composizione di riccioli e trecce saldamente attorcigliati.

Si muove attraverso la nebbia scura e la sua pelle formicola per la paura. Questo luogo è pieno di pericoli. Predatori. Mostri. Il fetore della morte. L'aroma stucchevole della carne in decomposizione. L'aria è umida. Fredda.

I grilli, all'improvviso, smettono di cantare. Il brusco silenzio interrompe i suoi passi. Aspetta. Ascolta. Trattiene il respiro.

Un ruggito gutturale squarcia l'aria dietro di lei.

Quando si gira, vede un volto sfregiato e deforme. Un mostro che brandisce una motosega tonante. I corvi terrorizzati scappano dagli alberi. Mikaela urla insieme alla donna e si sveglia di soprassalto, madida di sudore, stesa al buio.

Un incubo.

Appunto 1311[ | ]

Era solo stato un brutto incubo causato dall'ansia. Tutto qua. Julian non aveva dubbi. Bevono un caffè sulla veranda del Moonstone e tutto sembra normale. Sicuro. Sono seduti al sole a sorseggiare un caffè macchiato.

E allora perché questa paura non se ne va? È come se fossi ancora lì. Come se l'incubo non fosse mai finito.

Julian scrolla le spalle. Ogni tanto il cervello fa così. Ci aiuta a elaborare le nostre fonti d'ansia mentre dormiamo. Hai solo paura di alzarti e raccontare la tua storia.

Mikaela beve un sorso di caffè. Scuote la testa. Non ho una storia.

Julian le stringe la mano. La stai facendo più complicata di quanto non sia. L'uomo scansa indietro la sua sedia. Si alza. Sai di cos'hai bisogno? Di conoscere la paura reale. Quella che ti fa venire i brividi, serrare la mascella e che ti divora da dentro.

Julian è un cretino a volte. Cosa proponi?

La cava!

Sai che soffro di vertigini.

Ed è per questo che devi zittirti e saltare!


Appunto 1312[ | ]

La paura la spinge a proseguire. A correre. Le sue possenti gambe pulsano mentre si inoltra sempre di più nella foresta. Dalla nebbia emergono degli alberi ombrosi che cerca di evitare. Avanza. Si dimena.

Qualsiasi bestia la stia inseguendo è tenace. Enorme. Potente. Ringhia. Soffia. È furiosa. Instancabile.

'Nell'impeto famelico, urta la boscaglia dietro di lei.

La determinazione della donna a sopravvivere è incredibile. Mikaela la osserva e vive dentro di lei al contempo. Vive nel suo corpo mentre corre per salvarsi.

Mikaela non si è mai sentita così potente. Così forte. Il mondo scorre in modo confuso, mentre la bestia dietro di lei accorcia le distanze.

La donna si getta tra gli alberi, circondata dalla nebbia, mentre il terreno scompare e lei precipita in un abisso.

Crolla.

Sprofonda nella nebbia infinta.

Si sveglia di soprassalto, nel letto madido di sudore, sdraiata al buio, e con il cuore che batte all'impazzata.

La trovata della cava non ha aiutato.

Neanche un po'.

Mikaela si ricompone. Aveva già avuto incubi simili. Ma in quei casi aveva sentito le gambe pesanti. Gommose. Come se corresse nella melassa. Come se non potesse scappare.

Stavolta era diverso. Sembrava così reale. Viscerale. Come se non fosse in sé. Come se fosse qualcun altro. Qualcuno che si chiamava...

Mag... o... Meg...

Fa un sospiro profondo.

I suoi incubi sembrano qualcosa di più di semplici incubi.

Finestre, forse, su un'altra realtà.

O forse ha letto troppi fumetti.


Appunto 1313[ | ]

Julian è seduto di fronte a Mikaela al tavolo della cucina. Stai scappando dalle tue paure.

Allora perché sono qualcun altro?

Perché sei una scrittrice.

Scuote la testa. No, sono una narratrice.

Che differenza c'è?

Una bella grossa.

Ok, va bene... Sei una narratrice. E in quanto tale sei tutti i tuoi personaggi. Vivi dentro di loro. Loro vivono dentro di te. Non significa che tu stia vivendo un'altra realtà.

E se non fossi davvero una narratrice?

Vuoi solo che ti rassicuri.

No, sul serio. Forse sono solo una dilettante.

Mik, dai, non essere dura con te stessa. Lasciati andare. Provaci. Buttati. Buttati a capofitto nella nebbia di cui continui a parlare. Affronta quella paura e non ti perseguiterà più.

Non credo che si fermerà mai.

Julian si alza ridendo. Ok. Sono ufficialmente in ritardo per il lavoro ora.

Si precipita fuori dalla porta. Mikaela finisce il tè e salta nella doccia.

È il luogo in cui riesce a riflettere meglio. E mentre l'acqua calda le percuote la schiena, pensa a ciò che ha detto Julian.

I suoi incubi sono messaggi del suo subconscio? Carl Jung credeva che il nostro subconscio si collegasse a un inconscio collettivo che lega ogni anima umana a simboli primordiali e antichi archetipi. Ecco perché così tante fobie sono universali. Perché così tante culture hanno le stesse storie e mitologie.

I suoi muscoli si sciolgono sotto il getto caldo e ricorda un circolo di scrittura in cui si parlava di un fenomeno chiamato paramnesismo. Sostiene che le menti umane possono creare una rete con esseri speculari sulla stessa lunghezza d'onda in altre dimensioni. Un ragazzo del gruppo pensava che la sua voce interiore fosse solo un'altra versione di se stesso in una dimensione parallela. Qualcuno nel circolo aveva riso. Lei no. Anzi, aveva condiviso una delle sue storie basate su un incubo ricorrente.

L'acqua perde il suo calore e Mikaela la chiude improvvisamente, e proprio in quel momento ha un'epifania. E se stesse sognando eventi reali in una sorta di multiverso? Se questo mondo fatto di incubi non fosse altro che un piano di esistenza separato dalla realtà quotidiana che tutti noi viviamo? Se fosse solo una delle tante realtà esistenti nello stesso momento? E se esistessero davvero realtà multiple, ogni storia che crea durante il sonno o la veglia potrebbe essere semplicemente uno scorcio su un altro piano di esistenza.

Un brivido di eccitazione le sale lungo la schiena. Forse tutte le storie esistono già e aspettano solo che lei le scopra. Forse la scrittura dovrebbe essere meno tortura e autocritica e più apertura alle possibilità del giardino dell'infinito.


Appunto 1314[ | ]

Mikaela è più impaziente che spaventata all'idea di addormentarsi. Ora insegue i suoi incubi. Non vede l'ora di insinuarsi in uno di essi. Di sperimentare un'altra realtà nell'infinità del multiverso.

Il cortile buio di un castello. Dei cadaveri trafitti circondano un uomo in lacrime. È in ginocchio a terra mentre una nebbia nera si allontana, rivelando ulteriori cadaveri insanguinati. Urla un nome.

L'uomo non indossa abiti medievali, ma dei jeans. Una maglietta nera. Scarpe sportive. Mikaela riesce a distinguere anche altra gente ora. Alcuni portano cuffie e cartelline.

La muratura in realtà è fatta di legno dipinto. I baluardi sono di cartone. I cadaveri sono manichini truccati per sembrare morti. Vede delle luci. Una telecamera. Un uomo che singhiozza e che sta affrontando la sua più grande paura: la perdita di una persona che ama profondamente. Strappatagli dall'oscurità. Dalla nebbia...

Come sempre, la nebbia.

Mikaela si sveglia di soprassalto, ma questa volta non è in preda al terrore. Anzi, è colta dall'ispirazione. Cerca nel cassetto un racconto che ha iniziato a scrivere anni fa. Trova la prima bozza e ci lavora mentre le immagini sono ancora fresche nella sua mente. La storia si riversa sul foglio come se gliela stessero dettando. Come se stesse raccontando qualcosa che è già accaduto.

Perché, in effetti, è così.

Tuttavia, quando Mikaela la legge ad alta volte, le sembra prolissa. Prosaica. Macchinosa. Non ha ritmo. Forma. Struttura. Non ci sono momenti intensi da rappresentare. Qualcosa non va. C'è qualcosa che la blocca. E ben presto capisce cos'è. Segue ancora inconsciamente quelle regole...

Quei dettami soffocanti che le erano stati inculcati all'infinito a scuola. E ora la storia non scorre. Non sembra reale. È artificiosa. Pesante. Sterile. E perché? Perché esita ancora a infrangere delle regole che neanche esistono.

Merda! Che mi prende? Perché non ci riesco?

Mikaela si precipita in salotto e prende alcuni dei suoi libri preferiti. Infrangono tutti le regole. Ogni singola regola. Ogni scrittore che lei abbia mai amato. Twain. Faulkner. Dickens. Poe. Brandies avrebbe dato quattro a tutti, fosse stato per lui. E chissà cos'avrebbe detto a un giovane e brillante Shakespeare.

Lui che era libero dalle catene della mente poste da insegnanti sofisticati e rifiutava il pensiero da catena di montaggio. Lui che creava le sue regole e le sue parole senza esitare. Lui che non si preoccupava di ciò che qualche autorità o critico aveva da dire, e non era poco. Mikaela sa che la sua libertà arrivò dopo un terribile attacco di depressione, quando la sua prima opera teatrale fu un fallimento e lui si rifiutò di toccare un calamo per cinque anni.

Cinque anni!

Passò cinque anni a riflettere sulla scrittura per liberarsi finalmente dalle opinioni altrui.

Ma lei non ha cinque anni per meditare sulla narrazione, per quanto desideri...

la libertà shakespeariana.

Come raggiungo quella libertà dopo tutti questi anni a cercare di compiacere gli altri?

Shakespeare creò le sue parole e le sue regole, per questo è immortale.

A me non serve essere immortale. Mi basta saper raccontare una bella storia.

Mikaela si libera della negatività e decide di raccontare la storia che vuole raccontare. Dovrà ridimensionarla. Ridurla all'osso. Tagliare qualsiasi elemento la rallenti. Cambiare le frasi passive in attive. Usare parole che dipingano immagini perfette nella mente. E se non trova la parola giusta, se ne inventerà una. Sì, farà così. Se la inventerà! Ma per quanto questo pensiero ribelle la ispiri, la spaventa anche. La spaventa a morte perché le è stato insegnato di venerare i risultati anziché il sacrificio, la ricerca e la lotta interna che ogni artista deve affrontare per essere libero.

Libero sul serio.

Le catene sono ancora lì. Sente che la trascinano a terra, ma non sono più pesanti come prima. E anche se non possiede ancora la libertà shakespeariana...

Può fare finta di sì.

Per ora.

E adesso si alza in piedi e cammina per il soggiorno mentre recita la prima stesura del suo racconto. Trova i punti per le pause enfatiche. Quelli per i gesti. Quelli per aumentare il ritmo. Quelli in cui scioccare il pubblico facendolo sussultare o urlare. Non la reciterà per loro, la reciterà con loro. E non si limiterà a raccontare la storia, ma la vivrà, in modo che il pubblico la viva con lei.


Appunto 1315[ | ]

Il Moonstone è silenzioso e pieno di gente.

Mikaela ha scritto e riscritto, rifinito e perfezionato, si è esercitata da sola e davanti ai suoi amici. Ha affinato ogni parola. Ogni momento. Ogni movimento. Ogni respiro. Ha ucciso le sue creature. Tutto ciò che è estraneo. Rimane solo l'essenziale per raccontare la storia.

Si muove sul piccolo palcoscenico, dominando la stanza. Le luci si abbassano lentamente. Aspetta che il pubblico faccia silenzio. Poi si schiarisce la gola e inizia.

Chi di voi qui crede nell'amore? Dico... Chi ci crede sul serio?

Alcuni membri del pubblico alzano la mano o dicono rapidamente che ci credono.

Mikaela annuisce.

L'amore ci fa fare pazzie, vero?

Diversi spettatori ridono, mentre altri sembrano chiudersi in se stessi.

Mikaela sorride.

Alcuni volterebbero le spalle alla famiglia per amore. Altri rinuncerebbero alla ricchezza e al potere per amore. Altri andrebbero anche all'inferno per amore. Ma nel cosmo ci sono luoghi ben peggiori dell'inferno. Luoghi in cui la morte è solo l'inizio e si rischia di perdere l'anima.

Andreste in un posto simile per riportare indietro la persona che amate?

Mikaela si ferma e indica un membro del pubblico, poi un altro, e un altro ancora.

Conoscete qualcuno che lo farebbe? Quello che intendo è: l'amore vince davvero su tutto?

Si immerge nel silenzio del suo pubblico affascinato, si avvicina al bordo del palco, abbassa la voce di un'ottava in modo che il pubblico si accosti. E proprio quando non possono più resistere, lei risponde alla domanda con una storia.


L'Osservatore: Casa di Arkham (III)[ | ]

Diario di un'Immagine in Movimento. Sangue e Piume.[ | ]

Nel seminterrato, vicino a tutti quegli strani dispositivi, è apparso un pollo all'improvviso. L'abbiamo inseguito su e giù per la torre finché Elaine non l'ha catturato e, afferrato l'uccello per le zampe, l'ha sbattuto incessantemente contro il pavimento di pietra finché l'intera stanza non si è riempita di sangue, piume e urla. Sembrava un po' scossa da quell'improvvisa perdita di controllo. Come tutti noi, del resto. Con le cosce di pollo strappate ancora in mano, continuava a borbottare ripetutamente che di solito è molto paziente e morigerata. Non riusciva a spiegarsi in alcun modo le emozioni che avevano temporaneamente preso il controllo di lei. Abbiamo consolato la povera Elaine mentre raccoglievamo i pezzi di pollo e preparavamo un bel pasto. Una bella scena da includere in un'opera per un po' di leggerezza.


Diario di un'Immagine in Movimento. Mai Dimenticato.[ | ]

Elaine Fairfield mi ha raccontato di come ha conosciuto Ahma Kimura e i Park. Si sono incontrati in un gruppo dedicato alla ricerca di persone care scomparse, guidato da un fratello che ha perso la sorella mentre indagava su sparizioni inusuali, ma simili tra loro. Alla fine il gruppo, grazie alle ricerche dell'uomo, ha trovato un modo per entrare in questo inferno cosmico, ma poi si è separato lungo il percorso, per qualche motivo. Elaine dice che sono stati attaccati da una creatura che non è riuscita a descrivere, ma che sembrava essere ovunque e da nessuna parte al contempo. Non ho ben capito cosa intendesse. In ogni caso, sono felice che mi abbiano trovato e liberato dalla tagliola. E anche che il fratello abbia affidato al signor Park le sue ricerche prima che si separassero, spero che lì ci sia qualcosa che ci aiuti a tornare a casa. Altrimenti, probabilmente finiremo per farci a vicenda quello che Elaine ha fatto a quel povero pollo. A proposito, Yasmine Kassir non ha trovato quell'episodio molto divertente, né particolarmente adatto alla scena di un film. Non credo che rispecchi il pubblico a cui mi rivolgo.


Caro Jake[ | ]

Verrà rivelato nel Livello X del Volume

Camera di Sangue. Giorno Notturno. Jaden. 1.[ | ]

Verrà rivelato nel Livello X del Volume

Diario di un'Immagine in Movimento. Voce 89.[ | ]

Verrà rivelato nel Livello X del Volume

Camera di Sangue. Smarriti e Dimenticati.[ | ]

Verrà rivelato nel Livello X del Volume

Camera di Sangue. Ufficio di Strategic Magik.[ | ]

Verrà rivelato nel Livello X del Volume

Video[ | ]

Questo video viene sbloccato dopo aver completato tutte le Sfide per Esperti associate a questa Memoria/Registro.



Sfide[ | ]

Livello 1[ | ]

Sfida Requisito Tipo Personaggio Ricompensa Completamento
RiftFragments BloodpointsIcon2 IconHelp archivesCollection
Guarigione Miracolosa Consuma un totale di 2 Kit Medici Regolare ChallengeIcon survivor 3 15,000
Sparizione Scampa a 2 Inseguimenti. Per Esperti ChallengeIcon survivor 5 25,000 IconHelp archivesLog
Liberatore Libera in sicurezza 4 Sopravvissuti Regolare ChallengeIcon survivor 3 15,000
Ancora una Volta Completa 2 Test Abilità consecutivi. Per Esperti ChallengeIcon survivor 5 25,000 IconHelp archivesLog
Predatore di Glifi Entra in contatto con 1 Glifo Rosa ChallengeIcon pinkGlyph. Glifo ChallengeIcon glyph 5 25,000
Macchinista Completa la riparazione di 2 Generatori. Per Esperti ChallengeIcon survivor 5 25,000 IconHelp archivesLog
Alleanza Strategica Esegui azioni cooperative per un totale di 85 secondi Regolare ChallengeIcon survivor 3 15,000
Corpi da Inseguire Giocando come Ghost Face, usa Sudario Nottruno per contrassegnare un totale di 3 Sopravvissuti. Per Esperti IconHelpLoading ghost 5 25,000 IconHelp archivesLog
Buon Ascoltatore Inizia un Inseguimento con 4 diversi Sopravvissuti mentre utilizzi Sono Tutt'OrecchiIconPerks imAllEarsIconPerks imAllEarsIconPerks imAllEars. Per Esperti ChallengeIcon killer 5 25,000 IconHelp archivesLog
Ripara o Demolisci Guadagna un totale di 3 Emblemi dei seguenti tipi:
  • Portatore di Luce Bronzo o migliore.
  • Piantone Bronzo o migliore.
Regolare ChallengeIcon survivorKiller 3 15,000
Ricompense Insaguinate Guadagna 50,000 Punti Sangue.
I Punti Sangue Bonus aggiunti DOPO la Prova non contribuiscono al progresso della sfida.
Regolare ChallengeIcon shared 3 15,000
Seguace Oscuro Appendi Sopravvissuti un totale di 5 volte. Per Esperti ChallengeIcon killer 5 25,000 IconHelp archivesLog
KO Abbatti 8 volte i Sopravvissuti. Regolare ChallengeIcon killer 3 15,000
Riverente Sacrifica un totale di 4 Sopravvissuto all'Entità. Regolare ChallengeIcon killer 3 15,000
Buon Sangue Colpisci i Sopravvissuti con la tua arma un totale di 10 volte. Regolare ChallengeIcon killer 3 15,000
Glifo-Radar Entra in contatto con 1 Glifo Viola ChallengeIcon purpleGlyph. Glifo ChallengeIcon glyph 5 25,000
Nemici Vicini Nasconditi nel Raggio di Terrore del Killer per un totale di 60 secondi senza farti scoprire. Regolare ChallengeIcon survivor 3 15,000
La Strega Buona Giocando come Mikaela Reid, benedici 1 Totem. Per Esperti SurvivorMikaela 5 25,000 IconHelp archivesLog
Cristalloscopia Sblocca 2 Casse usando ChiaroveggenzaIconPerks clairvoyanceIconPerks clairvoyanceIconPerks clairvoyance. Per Esperti ChallengeIcon survivor 5 25,000 IconHelp archivesLog

Livello 2[ | ]

Sfida Requisito Tipo Personaggio Ricompensa Completamento
RiftFragments BloodpointsIcon2 IconHelp archivesCollection
KO Abbatti un totale di 12 Sopravvissuti. Regolare ChallengeIcon killer 3 25,000
Penuria Meccanica Termina di riparare 3 Generatori con una Cassetta degli Attrezzi Rara o Molto Rara. Regolare ChallengeIcon survivor 3 25,000
Passo Leggero Nasconditi nel Raggio di Terrore del Killer senza iniziare un inseguimento per un totale di 45 secondi. Per Esperti ChallengeIcon survivor 5 35,000 IconHelp archivesLog
Contrattacco Lancia un Bancale per stordire il Killer 2 volte. Per Esperti ChallengeIcon survivor 5 35,000 IconHelp archivesLog
Ricompense Insanguinate Ottieni 75,000 Punti Sangue.
I Punti Sangue Bonus aggiunti DOPO la Prova non contribuiscono al progresso della sfida.
Regolare ChallengeIcon shared 3 25,000
Caos Meccanico Esegui l'azione Danneggia Generatore su 4 Generatori differenti. Per Esperti ChallengeIcon killer 5 35,000 IconHelp archivesLog
Sottoterra Appendi Sopravvissuti nel Seminterrato per 3 volte. Regolare ChallengeIcon killer 3 25,000
Scatena la Rabbia Rompi o danneggia 25 Muri Frantumabili, Bancali o Generatori. Regolare ChallengeIcon killer 3 25,000
Fine dei Giochi Purifica un totale di 8 Totem Regolare ChallengeIcon survivor 3 25,000
Predatore di Glifi Entra in contatto con 2 Glifi Rosa ChallengeIcon pinkGlyph. Glifo ChallengeIcon glyph 5 35,000
Vibrazioni Positive Cura completamente altri Sopravvissuti per 2 Stati di Salute. Per Esperti ChallengeIcon survivor 5 35,000 IconHelp archivesLog
Amante dei Glifi Entra in contatto con 3 Glifi Rossi ChallengeIcon redGlyph. Glifo ChallengeIcon glyph 5 35,000
Riparazioni Rischiose Termina di riparare 1 Generatore mentre sei nel Raggio di Terrore del Killer. Per Esperti ChallengeIcon survivor 5 35,000 IconHelp archivesLog
Fermi Tutti Termina una Prova senza che i Sopravvissuti fuggano dai Cancelli di Uscita 1 volta utilizzando la Competenza Tremori FrementiIconPerks thrillingTremorsIconPerks thrillingTremorsIconPerks thrillingTremors. Per Esperti ChallengeIcon killer 5 35,000 IconHelp archivesLog
Esecuzione Uccidi o sacrifica un totale di 8 Sopravvissuti. Regolare ChallengeIcon killer 3 25,000
Predatore o Preda Ottieni un totale di 3 Emblemi dei seguenti tipi:
  • Inseguitore Argento o migliore.
  • Evasione Argento o migliore.
Regolare ChallengeIcon survivorKiller 3 25,000
Alleanza Strategica Esegui azioni cooperative per un totale di 180 secondi. Regolare ChallengeIcon killer 3 25,000
Serial Stalker Giocando come Ghost Face, utilizza il Sudario Notturno per contrassegnare un totale di 4 Sopravvissuti differenti. Per Esperti IconHelpLoading ghost 5 35,000 IconHelp archivesLog
Medicina Alternativa Curati completamente per 2 volte utilizzando la Competenza Manna: Cerchio della CuraIconPerks boonCircleOfHealingIconPerks boonCircleOfHealingIconPerks boonCircleOfHealing. Per Esperti ChallengeIcon survivor 5 35,000 IconHelp archivesLog

Livello 3[ | ]

Sfida Requisito Tipo Personaggio Ricompensa Completamento
RiftFragments BloodpointsIcon2 IconHelp archivesCollection
Ossessione Oscura Appendi al gancio L'Ossessione per un totale di 8 volte. Regolare ChallengeIcon killer 3 30,000
Riverente Sacrifica un totale di 10 Sopravvissuti all'Entità. Regolare ChallengeIcon killer 3 30,000
Alla Ricerca dei Glifi Entra in contatto con 8 Glifi Verdi ChallengeIcon greenGlyph. Glifo ChallengeIcon glyph 5 50,000
Insensibilità o Compassione Guadagna un totale di 3 Emblemi dei seguenti tipi:
  • Malignità Oro o migliore.
  • Benevolenza Oro o migliore.
Regolare ChallengeIcon survivorKiller 3 30,000
In Nome dell'Entità Sacrifica un totale di 3 Sopravvissuti all'Entità. Per Esperti ChallengeIcon killer 5 50,000 IconHelp archivesLog
Notizia da Prima Pagina Appendi L'Ossessione un totale di 2 volte utilizzando la competenza Inseguimento FurtivoIconPerks furtiveChaseIconPerks furtiveChaseIconPerks furtiveChase. Per Esperti ChallengeIcon killer 5 50,000 IconHelp archivesLog
Caviglie Doloranti Cadi da un'altezza notevole 4 volte durante un inseguimento. Regolare ChallengeIcon survivor 3 30,000
E Luce Fu Ripara un totale di 10 Generatori. Regolare ChallengeIcon survivor 3 30,000
Predatore di Glifi Entra in contatto con 3 Glifi Rosa ChallengeIcon pinkGlyph. Glifo ChallengeIcon glyph 5 50,000
Atleta da Oro Fuggi 1 volta da una Prova utilizzando solo le competenze Veloce e SilenziosoIconPerks quickAndQuietIconPerks quickAndQuietIconPerks quickAndQuiet e Scatto ImprovvisoIconPerks sprintBurstIconPerks sprintBurstIconPerks sprintBurst. Per Esperti ChallengeIcon survivor 5 50,000 IconHelp archivesLog
Guarigione Miracolosa Consuma completamente un totale di 5 Kit Medici. Regolare ChallengeIcon survivor 5 30,000
Discarica Esegui l'azione Danneggia Generatore per un totale di 15 volte. Regolare ChallengeIcon killer 3 30,000
Esibizione da Manuale Stordisci o acceca il Killer per 8 volte. Regolare ChallengeIcon survivor 5 30,000
Ricompense Insanguinate Ottieni 100,000 Punti Sangue.
I Punti Sangue Bonus aggiunti DOPO la Prova non contribuiscono al progresso della sfida.
Regolare ChallengeIcon shared 3 30,000
Salvezza o Sacrificio Completa una delle seguenti azioni per 15 volte:
  • Libera dal gancio in sicurezza i Sopravvissuti come Sopravvissuto.
  • Appendi Sopravvissuti come Killer.
Regolare ChallengeIcon survivorKiller 3 30,000
Pedinato e Caricato Giocando come Ghost Face, abbatti un Sopravvissuto entro 15 secondi dopo averlo contrassegnato per un totale di 2 volte. Per Esperti IconHelpLoading ghost 5 50,000 IconHelp archivesLog
Nessun Testimone Colpisci un totale di 5 Sopravvissuti nello stato di ImpercettibileIconStatusEffects undetectableIconStatusEffects undetectableIconStatusEffects undetectable. Per Esperti ChallengeIcon killer 5 50,000 IconHelp archivesLog
Dove Meno te L'Aspetti Sblocca un totale di 8 Casse. Regolare ChallengeIcon survivor 5 30,000
Leggiadria Atletica Giocando come Meg Thomas, scavalca un Bancale o una Finestra per un totale di 4 volte durante un inseguimento. Per Esperti SurvivorMeg 5 50,000 IconHelp archivesLog

Livello 4[ | ]

Disponibili dal 30 Novembre 2022 ore 17


Trailer[ | ]

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