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+ | {{Quote|Io non sono solo. Escludendo i killers, intendo. Ho trovato altre persone. Sopravvissuti che sono come me... o almeno credo. Ci voglio credere. Ogni tanto riesco a intravedere una povera anima mentre viene portata via. Agli altri ho detto quale fosse il mio nome, anche se non mi va sempre di conoscere i loro. Rende tutto più difficile quando sono appesi al gancio. Li aiuto... a volte. Come loro aiutano me. La paura è il nostro denominatore comune. E ci leghiamo. Non abbiamo nessun altro. I contatti umani ci consolano da questa prova che stiamo affrontando. Mi chiedo se possa stare meglio da solo, o se possiamo arrivare più lontano assieme. A volte provo una cruda vergogna mentre me la svigno. Ma, allo stesso modo, sono stato dall'altra parte, appeso a mezzo metro dal suolo, mentre vedo qualcuno guardare dai cespugli. Come un testimone. Forse è importante guardare: ci ricorda che a questo punto il dolore non è l'unica cosa che grava sulle nostre vite? Ma anche sulle nostre anime. Ci meriteremo di vivere se riuscissimo a scappare?|[[Diario di Baker|Diario]] di [[Benedict Baker]]}} |
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Versione delle 15:26, 9 mar 2017
I sopravvissuti sono personaggi di cui la missione è scappare dai luoghi del gioco alimentando i generatori ed evitando di essere uccisi o sacrificati da un Killer. Ogni partita vedrà quattro sopravvissuti contro un Killer.
Lista dei Sopravvissuti
Dwight Fairfield | Meg Thomas | Jake Park | Claudette Morel | |
Nea Karlsson | Laurie Strode | Ace Visconti | William Overbeck |
Ci sono anche altri sopravvissuti che non si vedono in gioco, e non possono essere usati (vedi Personaggi).
Citazioni
Io non sono solo. Escludendo i killers, intendo. Ho trovato altre persone. Sopravvissuti che sono come me... o almeno credo. Ci voglio credere. Ogni tanto riesco a intravedere una povera anima mentre viene portata via. Agli altri ho detto quale fosse il mio nome, anche se non mi va sempre di conoscere i loro. Rende tutto più difficile quando sono appesi al gancio. Li aiuto... a volte. Come loro aiutano me. La paura è il nostro denominatore comune. E ci leghiamo. Non abbiamo nessun altro. I contatti umani ci consolano da questa prova che stiamo affrontando. Mi chiedo se possa stare meglio da solo, o se possiamo arrivare più lontano assieme. A volte provo una cruda vergogna mentre me la svigno. Ma, allo stesso modo, sono stato dall'altra parte, appeso a mezzo metro dal suolo, mentre vedo qualcuno guardare dai cespugli. Come un testimone. Forse è importante guardare: ci ricorda che a questo punto il dolore non è l'unica cosa che grava sulle nostre vite? Ma anche sulle nostre anime. Ci meriteremo di vivere se riuscissimo a scappare? | ||
~ Diario di Benedict Baker |